Come diventare un dog sitter
Vuoi diventare un dog sitter? Se vuoi lavorare con gli animali, potrebbe essere il lavoro che fa per te. Il dog sitter è una delle professioni del futuro: un numero sempre crescente di proprietari non riesce ad occuparsi adeguatamente del proprio cane a causa dell’età o degli impegni lavorativi.
Il dog sitter supporta i proprietari nella gestione quotidiana dei cani: dalle passeggiate alla pappa, fino alle cure veterinarie.
Come diventare dog sitter
Imparare le basi
Non è richiesto un titolo di studio specifico per diventare dog sitter, ma è fortemente raccomandato un apprendistato per imparare a gestire correttamente cani.
L’apprendistato ideale secondo noi è un periodo di volontariato in canile: si tratta di un’esperienza che ti insegnerà a prenderti cura di animali molto diversi tra loro, con caratteri ed esigenze completamente differenti. In questo modo acquisterai competenze importanti e contribuirai a far del bene.
È consigliabile avere conoscenze di etologia del cane ed essere educatori cinofili ti darà una marcia in più nelle attività di dog sitting.
Promuovere la propria attività
Hai deciso di diventare un dog sitter e hai maturato una certa esperienza sul campo: come fare per trasformare questa passione in un lavoro vero e proprio? Per cominciare potresti aprire un profilo e pubblicizzarlo sulle principali app italiane per la ricerca di un dog sitter. Alcune tra le più utilizzate sono: Pawshake e Rover.
Puoi anche investire un piccolo budget pubblicitario per promuovere la tua attività su Google o Bing. Solitamente chi cerca un dog sitter prova dapprima sui motori di ricerca, con frasi del tipo “dog sitter a milano/roma/etc.”
Non dimenticare la professionalità e cura al meglio il rapporto con i tuoi clienti: la maggior parte degli amici a quattro zampe infatti arriveranno attraverso il passaparola. Empatia e flessibilità sono un requisito fondamentale per svolgere questo lavoro.
Pagare le tasse
Come ogni altra attività lavorativa in Italia, se operi come dog sitter dovrai pagare le tasse. Se si tratta di un’attività occasionale non dovrai necessariamente aprire una partita IVA: fino a 4800 € di ricavi annui è possibile operare all’interno del regime di prestazione occasionale. Al di sopra di tale soglia dovrai pagare le tasse e versare i contributi previdenziali come un libero professionista.
A causa della legislazione italiana estremamente complessa e dei cambiamenti frequenti che modificano il mercato del lavoro ti raccomandiamo di consultare un commercialista per inquadrare correttamente la tua attività.