logo del sito cuccioliamo.it
Home | Cani | Gatti | Pesci | Uccelli | Roditori | Rettili | Cavalli | Altri animali |

Autore: cuccioliamo.it (redazione)

Cosa mangiano le coccinelle

Cosa mangiano le coccinelle? Le coccinelle mangiano principalmente afidi, un tipo di piccoli insetti senza ali. Se non riescono a trovare gli afidi di cui sono ghiotte, mangiano uova di insetti, acari o perfino funghi.

Cosa mangiano le coccinelle?

La dieta delle coccinelle è composta prevalentemente da afidi, piccoli parassiti delle piante privi di ali. Le larve di coccinella sono particolarmente voraci: una larva può divorare fino a 200 afidi ogni settimana. Le coccinelle depongono le uova sulle foglie infestate da questi insetti. Nel corso della sua vita, una singola coccinella può mangiare fino a 5000 afidi!

afidi cosa mangiano le coccinelle
Un afide: il pasto principale della maggior parte di specie di coccinella.

Gli afidi hanno sviluppato una strategia molto particolare per sfuggire alle coccinelle: quando vedono uno di questi insetti posarsi vicino a loro, si lasciano cadere al suolo, sfruttando la forza di gravità. In questo modo rendono più difficile al predatore la ricerca. Sfortunatamente per gli afidi, le coccinelle possono volare, spostarsi velocemente e non hanno alcuna intenzione di rinunciare al loro spuntino.

Un altro alimento presente nella dieta delle coccinelle sono le cocciniglie o coccidi. Anche questi insetti sono fitofagi che infestano le piante.

Infine, le coccinelle non disdegnano uova e larve di sirfidi e neurotteri.

cosa mangiano le coccinelle
Una coccinella arlecchino (Harmonia axyridis): questa specie è una predatrice particolarmente vorace.

Scopri anche:

Cosa mangiano le lucertole?

Cosa mangiano le lucertole? Le lucertole sono un gruppo vario. La maggior parte delle lucertole più piccole sono principalmente insettivore. Tuttavia, esistono specie di lucertola erbivore (vegetariane) e onnivore (che mangiano sia carne che vegetali). Infine, alcune grandi lucertole sono carnivore e possono mangiare perfino uccelli e mammiferi.

Cosa mangiano le lucertole?

La maggior parte delle lucertole e dei gechi che abitano nei nostri giardini sono insettivore. Ciò significa che mangiano solo piccoli insetti e invertebrati. In natura queste lucertole cacciano mosche, grilli, cavallette, falene, formiche e altri piccoli insetti. Se allevi lucertole puoi nutrirle con grilli e piccole dosi di camole della farina. Queste lucertole solitamente mangiano anche piccole quantità di frutta molto matura.

Le iguane invece sono rettili vegetariani: si nutrono principalmente di verdura a foglia e occasionalmente di bacche e altri frutti. Se allevi un’iguana in cattività dovresti offrirle una dieta simile.

Le lucertole più grandi hanno un’alimentazione prevalentemente carnivora: il varano dal collo ruvido è una grossa lucertola che può raggiungere il metro di lunghezza e si nutre di rane, pesci e piccoli mammiferi.

Il drago di komodo, la più grossa lucertola vivente (può raggiungere i 3 metri di lunghezza e i 70 kg di peso) è un grande predatore e si nutre di uccelli, capre, cavalli, cervi e perfino bufali d’acqua.

Scopri anche:

Eterocefalo glabro

L’eterocefalo glabro o ratto talpa è un roditore africano che vive sottoterra. Vive in comunità numerose a capo delle quali c’è una regina.

Eterocefalo glabro o ratto talpa (nome scientifico Heterocephalus glaber)

La colonia

I ratti talpa nudi sono eusociali, come le api e le formiche. All’interno di ogni colonia ci sono una regina (femmina riproduttrice), alcuni maschi riproduttori e un centinaio di operai. Gli operai svolgono tutto il lavoro, che va dalla cura dei giovani, alla protezione e all’alimentazione della colonia, alla costruzione dei tunnel.

Nella comunità pochi individui prendono parte alla riproduzione. In genere c’è solo una femmina dominante (la regina) che si accoppia con 1 o 3 maschi, che sono in genere individui più grandi e più anziani nella colonia. Gli altri individui della colonia fungono da operai.

Ogni colonia possiede il proprio odore distinto. Questo è usato per distinguere i membri di altre colonie, ma l’odore dura solo pochi giorni se la talpa è lontana da una colonia. I ratti talpa nudi possiedono anche oltre 18 tipi di vocalizzazioni che separano le colonie. Ci sono diverse vocalizzazioni per diverse situazioni, ad esempio, se un individuo incontra un predatore, tornerà di corsa al nido avvertendo gli altri con un cinguettio acustico.

Le colonie sono rivali: attacchi alle altre colonie non sono rari. Durante queste invasioni, gli eterocefali rapiscono i cuccioli dell’altra colonia e li portano nella propria per impiegarli come operai.

Aspetto

La pelle dell’eterocefalo glabro è marrone e rosa. La pelle è nuda e rugosa con peli molto corti, sensibili, simili a frange sul corpo. In media, la lunghezza di questa specie varia da 147 a 165 mm di lunghezza e 30 80 grammi di peso. Non ci sono differenze nelle dimensioni di maschi e femmine. La regina e i maschi riproduttori sono gli individui più grandi della colonia. Poiché queste creature vivono prevalentemente sottoterra, i loro occhi sono molto più piccoli di altri roditori e la vista è poco sviluppata. Per muoversi questi animali contano sul tatto e sull’udito.

Comportamento

In genere, i topi talpa nudi non seguono un ritmo circadiano, perché la maggior parte della loro vita trascorre sottoterra nell’oscurità. I loro peli sono molto sensibili e servono per orientarsi nei tunnel bui. Per navigare attraverso i tunnel, i topi talpa muovono la testa e la coda avanti e indietro.

Alimentazione

I ratti talpa nudi si nutrono di radici, bulbi e tuberi accessibili sottoterra; questi animali percorrono grandi distanze per procurarsi il cibo. Dopo aver trovato una fonte di cibo, lasciano intatte alcune parti della pianta affinché la pianta ricresca fornendo nuove radici.

Ciclo di vita

I ratti talpa nudi sono i roditori più longevi, vivono circa nove volte più a lungo rispetto ad altre specie. È noto che i topi talpa nudi raggiungono l’età di 30 anni. In cattività, questi ratti talpa possono vivere da 22 a 28 anni.

Habitat

I ratti talpa si possono trovare nei paesi dell’Africa orientale come Etiopia, Somalia e Kenya.

Curiosità

Gli eterocefali glabri riescono a resistere fino a 18 minuti senza ossigeno.

Questi roditori sono naturalmente resistenti al cancro. Questa caratteristica è oggetto di studio da anni, per sviluppare nuovi farmaci efficaci.

Bibliografia
Hagan, K. 2013. “Heterocephalus glaber” (On-line), Animal Diversity Web. Accessed March 09, 2022 at https://animaldiversity.org/accounts/Heterocephalus_glaber/
Sherman, P., J. Jarvis, R. Alexander. 1991. The Biology of the Naked Mole-Rat. Princeton, New Jersey: Princeton University Press.

Photo credits
Adam Fagen. Naked mole-rat (Heterocephalus glaber), Small Mammal House, National Zoological Park, Smithsonian Institution, Washington, DC. (CC BY-NC-SA 2.0)

Insetti con la C

In questo articolo troverai un elenco delle principali specie di insetti con la C.

Abbiamo suddiviso l’elenco in due sezioni: nella prima troverai le singole specie di insetti mentre nel secondo troverai famiglie e ordini (raggruppamenti scientifici che possono includere migliaia di specie diverse). Per farti un esempio: quando pensi alla coccinella potresti pensare a una singola specie (come la coccinella comune, diffusa in tutto il nostro paese) o alla famiglia dei coccinellidi, che comprende 6000 specie diverse.

Specie di insetti con la C

Calabrone (nome scientifico Vespa crabro)

Calabrone gigante asiatico (nome scientifico Vespa mandarinia). Foto e approfondimenti

Cavalletta dei prati (nome scientifico Calliptamus italicus)

Centopiedi gigante del deserto (nome scientifico Scolopendra heros). Foto e approfondimenti

Centopiedi fasciato (nome scientifico Scolopendra cingulata). Foto e approfondimenti

Cervo volante (nome scientifico Lucanus cervus)

Cicala media (nome scientifico Cicada orni)

Cimice asiatica marrone (nome scientifico Halyomorpha halys)

Cimice verde (nome scientifico Palomena prasina)

Coccinella bipuntata (nome scientifico Adalia bipunctata)

Coccinella comune (nome scientifico Coccinella septempunctata)

Famiglie

Carabidi (nome scientifico Carabidae): questa famiglia comprende più di 40.000 coleotteri conosciuti col nome comune di scarabei.

Celiferi (nome scientifico Caelifera): questo sottordine comprende tutti gli insetti conosciuti col nome comune di cavallette e locuste.

Cicadidi (nome scientifico Cicadidae): questa famiglia comprende tutte le specie di insetti conosciute come cicale.

Cimici (nome scientifico Rhynchota): questa famiglia comprende più di 68.000 specie di insetti conosciuti col nome comune di cimici.

Coccinellidi (nome scientifico Coccinellidae): questa famiglia comprende più di 6000 specie di insetti conosciuti col nome comune di coccinelle.

Coleotteri (nome scientifico Coleoptera): questo ordine di insetti comprende più di 350.000 specie di insetti.

Quanto vive una farfalla?

Quanto vive una farfalla? È vero che questi insetti muoiono dopo poche ore o dopo un solo giorno di vita? In questo articolo risponderemo a questa domanda facendo chiarezza sul tema.

Quanto vive una farfalla?

Prima di rispondere a questa domanda, devi sapere che esistono migliaia di specie di farfalle, molto diverse tra loro.

Qualche esempio:

Le falene e le sfingidi hanno vita breve: non più di una settimana. Infatti, il loro sistema boccale non permette di nutrirsi adeguatamente; dopo aver conservato le scorte di grassi accumulate durante lo stadio larvale, muoiono per incapacità di nutrirsi.

Il macaone (nome scientifico Papilio machaon) vive all’incirca per due settimane.

La cavolaia maggiore (nome scientifico Pieris Brassicae), flagello degli agricoltori italiani vive all’incirca per un mese.

Le farfalle monarca (nome scientifico Danaus Plexippus), insetto simbolo degli Stati Uniti d’America, possono vivere fino a 8 mesi se trovano un riparo per l’inverno.

Anche la Vanessa Io (Inachis io) può sopravvivere all’inverno, arrivando a vivere 6-8 mesi.

La durata vitale di una farfalla dipende in gran parte dalla sua alimentazione: le specie che non sono in grado di nutrirsi in modo efficace vivono pochi giorni o una settimana; le farfalle che si nutrono di nettare possono sopravvivere fino a un paio di mesi mentre le specie che si nutrono anche di polline possono sopravvivere fino a 8 mesi, grazie ai preziosi nutrienti che possono introdurre nel proprio organismo.

Naturalmente l’aspettativa di vita delle farfalle è influenzata dai predatori e anche dalla cattività: le farfalle allevate in cattività hanno un’aspettativa di vita inferiore alle loro controparti selvatiche, anche per l’impossibilità di riprodurre in laboratorio la varietà nutrizionale a cui hanno accesso in natura.

Inoltre è bene sapere che la farfalla è lo stadio adulto dei lepidotteri, che nel corso del loro ciclo vitale passano attraverso vari stadi: escono dall’uovo sotto forma di larve (bruchi), dopo aver accumulato scorte alimentari sufficienti passano allo stadio di pupa (crisalide) da cui infine escono (sfarfallamento) sotto forma di esemplari adulti (farfalle).

Cani con orecchie lunghe

Vuoi scoprire quali sono le razze di cani con orecchie lunghe più belle? In questo articolo ti porteremo alla scoperta dei cani con le orecchie più lunghe; molti di loro sono cani da caccia, selezionati da secoli per scovare la selvaggina.

Cani con orecchie lunghe

Basset hound

Il Basset hound è il più iconico tra i cani con le orecchie lunghe e pendenti. Fu selezionato per il suo fiuto eccezionale e impiegato nella caccia alla lepre.

Bassotto

Anche il bassotto (nelle due varianti a pelo raso e a pelo lungo) ha le orecchie lunghe e cadenti. Fiero e determinato, il bassotto è un cane dalla spiccata personalità.

Cocker spaniel

Il Cocker spaniel è un cane da caccia e da tartufo di grande eleganza e pieno di energia. Ha due lunghe orecchie cadenti coperte da un pelo fitto e morbido.

Weimaraner

Il Weimaraner era il cane impiegato dalla nobiltà tedesca per la caccia al cinghiale, al cervo e all’orso. Ha il mantello di colore grigio perlaceao e due orecchie lunghe e pendenti.

Beagle

I beagle o bracchetti in passato erano molto popolari come cani da caccia. Oggi sono perlopiù cani da compagnia, ma mantengono l’indole fiera dei loro antenati.

Saluki

Il Saluki ha due lunghe orecchie pendenti coperte da un lungo pelo setoso. Il Saluki è un cane timido e riservato, che ama correre negli spazi aperti.

Bloodhound

Il Bloodhound è un cane da caccia di taglia grande, impiegato già nel Medioevo per cacciare cervi e cinghiali. Ha un olfatto straordinario, unito a un carattere forte e tenace.

Levriero afghano

Anche il Levriero afghano, come il Saluki, ha le orecchie molto lunghe e con portamento cadente. Orecchie a parte, si tratta di una tra le razze canine più spettacolari al mondo.

Lhasa Apso

Il Lhasa Apso è un cane da compagnia di taglia piccola a pelo lungo. Originario del Tibet, è un compagno dolce e sensibile.

Leggi anche:

Standard ENCI:
Basset Hound
Bassotto
Beagle
Bloodhound
Cocker spaniel inglese
Levriero afgano
Lhasa Apso
Saluki
Weimaraner

Pesci pulitori

I pesci pulitori, chiamati anche “pesci spazzino” sono in realtà pesci dall’alimentazione prevalentemente vegetariana, che amano brucare le alghe presenti sui vetri e sul fondo dell’acquario.

Le alghe sono uno spettacolo familiare in ogni acquario: alghe rosse, verdi e brune crescono naturalmente sul fondale e sui vetri. Fanno parte dell’ecosistema e di solito non sono motivo di preoccupazione. Tuttavia, possono diventare un grosso problema quando crescono senza controllo. Troppe alghe possono abbassare la qualità dell’acqua e consumare la luce e l’ossigeno di cui le piante e i pesci hanno bisogno. Fortunatamente, le alghe sono il cibo preferito di molti pesci: i cosiddetti pesci pulitori, pesci mangia-alghe o pesci spazzini. Queste creature sono un modo naturale per controllare la crescita delle alghe, ma non sottovalutare le loro esigenze.

Pesci pulitori: ecco i più comuni

I pesci mangiatori di alghe sono generalmente molto pacifici e non competono per le risorse con altri pesci d’acqua dolce e compagni di acquario. Non si comporteranno in modo aggressivo nei confronti degli altri membri di una vasca, compresi gli altri pesci pulitori. Si possono inserire facilmente in qualsiasi acquario di comunità e perfino insieme a specie territoriali come il pesce combattente.

Ancistrus

Gli Ancistrus sono originari del bacino amazzonico e dei corsi d’acqua dolce dell’America centrale e meridionale. La loro dieta è quasi esclusivamente vegetariana e sono tra i pesci pulitori più comuni in commercio. Gli Ancistrus vivono sul fondale e sulle pareti dell’acquario.

Corydoras

I Corydoras sono pesci d’acqua dolce originari del Sud America dotati di piccoli barbigli che sporgono dal muso, con cui smuovono continuamente il fondale dell’acquario alla ricerca di detriti organici.
Il corpo è grigio argentato con macchie o strisce nere; gli esemplari adulti possono raggiungere i 7-8 cm di lunghezza. A differenza degli Ancistrus i Coryodras sono pesci sociali, che vivono in gruppi di 4-5 esemplari. Se hai intenzione di introdurli nel tuo acquario, ti consigliamo di inserire un gruppo di almeno 3 pesci. Questi pesci vivono perlopiù sul fondale della vasca.

Caridine

Le caridine sono piccoli gamberetti d’acqua dolce, disponibili in una grande varietà di colorazioni; questi crostacei si nutrono esclusivamente di alghe e detriti organici presenti sul fondo dell’acquario. Se decidi di inserire delle caridine, dovrai aggiungere del muschio di Java sul fondo dell’acquario (niente paura, puoi procurartelo facilmente in qualsiasi negozio di acquaristica).

Galline Moroseta

Le galline moroseta sono originarie del continente asiatico, dove vengono allevate fin dal 1200 per il loro piumaggio morbido come la seta. Un’altra caratteristica peculiare di questa razza è la pelle, di colore nero-bluastro. La moroseta è una gallina di dimensioni più piccole rispetto alle altre razze; esiste anche una varietà nana di origine europea.

In passato queste galline venivano allevate come animali ornamentali per via del loro aspetto bizzarro e ricercato. Le galline moroseta non richiedono particolari cure: è sufficiente un pollaio ben attrezzato e uno spazio esterno per il pascolo, come per le altre ovaiole.

Le uova di questa razza di gallina sono particolarmente ricercate per il contenuto elevato di vitamina D, superiore a quello delle altre ovaiole. Ciononostante, le galline moroseta non depongono un gran numero di uova durante l’anno (2-3 uova per settimana); per questa ragione è sconsigliato allevare esclusivamente questa razza se vuoi una produzione consistente di uova fresche.

Le galline moroseta sono particolarmente socievoli: si lasciano maneggiare e accarezzare di buon grado dall’uomo. Sono animali ideali per qualsiasi pollaio: sono tranquille e piuttosto silenzione, non volano e hanno una scarsa propensione a fuggire e ad allontanarsi dal posatoio.

Se vuoi allevare alcuni esemplari di gallina moroseta ti suggeriamo di leggere la nostra Breve guida per allevare galline ovaiole in giardino.
Come abbiamo già anticipato, questa razza ha le stesse esigenze delle altre galline (pollaio, alimentazione, pascolo).

Domande frequenti sulle galline moroseta

Quante uova fa una gallina moroseta? Se allevata in condizioni ideali una gallina moroseta può produrre da 2 a 3 uova ogni settimana. Nell’arco dell’anno arriva a produrre un centinaio di uova (che diminuiscono dopo i 2 anni di età).

Quanto costa una gallina moroseta? Un pulcino si può acquistare a partire da 25€ per capo, che aumentano fino a 80€ per un esemplare da esposizione.

Ragni velenosi in Italia

Sapevi che esistono alcune specie di ragni velenosi in Italia? Il loro veleno non può rivaleggiare con quello dei ragni velenosi australiani e americani, ma conoscerli è comunque importante.

Ragni velenosi in Italia

Nel nostro paese sono due le specie che hanno una certa rilevanza medica: il ragno violino (nome scientifico Loxosceles rufescens) e la vedova nera europea o malmignatta (nome scientifico Latrodectus tredecimguttatus).

Prima di addentrarci alla scoperta di queste due specie, vogliamo rassicurarti: le vittime in Italia sono pochissime e solitamente si tratta di persone che hanno gravi problemi di salute preesistenti. Ciononostante è bene conoscere questi ragni e le loro abitudini.

Ragno violino

Il ragno violino è un artropode di piccole dimensioni (il corpo del maschio non supera i 6-7mm mentre la femmina può raggiungere i 9mm) di colore marrone.

Questa specie è attiva di notte: di giorno dorme rintanato nelle nostre case o negli anfratti tra le rocce. Il morso è indolore e i sintomi compaiono solo dopo 48-72 ore dall’inoculazione del veleno. A causa del morso indolore, spesso le vittime non sanno di essere state avvelenate da un ragno violino.

I sintomi dell’avvelenamento comprendono formicolio, bruciore e ecchimosi dell’area colpita, che può persistere per diverse settimane. In un ristretto numero di casi la ferita si ulcera e compaiono sintomi più gravi come febbre, emorraggie e danni ai muscoli e agli organi interni.

Chi viene morso da un ragno e accusa sintomi simili a quelli appena descritti dovrebbe chiamare al più presto il centro antiveleni. Inoltre, è sempre buona norma catturare il ragno (vivo o morto), per facilitare il riconoscimento e la scelta dell’antidoto più adatto.

ragni velenosi in italia

Vedova nera europea

Questo ragno ha l’addome nero, di forma sferica, con tredici piccole macchie rosse (in alcuni esemplari le macchie sono gialle o biancastre). La femmina raggiunge al massimo i 15mm di dimensioni: anche in questo caso si tratta di un artropode di piccole dimensioni, che passa spesso inosservato.

La malmignatta vive nei campi, specialmente dove l’erba è alta. È possibile incontrarla anche lungo le mulattiere e tra la macchia mediterranea. In passato costituiva un problema per i contadini che raccoglievano il grano a mano; oggi le vittime sono rare e sono perlopiù bambini o escursionisti.

La femmina secerne un veleno pericoloso. Il suo morso è indolore, ma dopo alcune ore compaiono i primi sintomi: intenso bruciore dell’area colpita, nausea, vomito e dolori addominali. Nei soggetti allergici il veleno potrebbe causare uno shock anafilattico o squilibri cardiaci.

Come diventare un dog sitter

Vuoi diventare un dog sitter? Se vuoi lavorare con gli animali, potrebbe essere il lavoro che fa per te. Il dog sitter è una delle professioni del futuro: un numero sempre crescente di proprietari non riesce ad occuparsi adeguatamente del proprio cane a causa dell’età o degli impegni lavorativi.
Il dog sitter supporta i proprietari nella gestione quotidiana dei cani: dalle passeggiate alla pappa, fino alle cure veterinarie.

Come diventare dog sitter

Imparare le basi

Non è richiesto un titolo di studio specifico per diventare dog sitter, ma è fortemente raccomandato un apprendistato per imparare a gestire correttamente cani.
L’apprendistato ideale secondo noi è un periodo di volontariato in canile: si tratta di un’esperienza che ti insegnerà a prenderti cura di animali molto diversi tra loro, con caratteri ed esigenze completamente differenti. In questo modo acquisterai competenze importanti e contribuirai a far del bene.
È consigliabile avere conoscenze di etologia del cane ed essere educatori cinofili ti darà una marcia in più nelle attività di dog sitting.

Promuovere la propria attività

Hai deciso di diventare un dog sitter e hai maturato una certa esperienza sul campo: come fare per trasformare questa passione in un lavoro vero e proprio? Per cominciare potresti aprire un profilo e pubblicizzarlo sulle principali app italiane per la ricerca di un dog sitter. Alcune tra le più utilizzate sono: Pawshake e Rover.

Puoi anche investire un piccolo budget pubblicitario per promuovere la tua attività su Google o Bing. Solitamente chi cerca un dog sitter prova dapprima sui motori di ricerca, con frasi del tipo “dog sitter a milano/roma/etc.”

Non dimenticare la professionalità e cura al meglio il rapporto con i tuoi clienti: la maggior parte degli amici a quattro zampe infatti arriveranno attraverso il passaparola. Empatia e flessibilità sono un requisito fondamentale per svolgere questo lavoro.

Pagare le tasse

Come ogni altra attività lavorativa in Italia, se operi come dog sitter dovrai pagare le tasse. Se si tratta di un’attività occasionale non dovrai necessariamente aprire una partita IVA: fino a 4800 € di ricavi annui è possibile operare all’interno del regime di prestazione occasionale. Al di sopra di tale soglia dovrai pagare le tasse e versare i contributi previdenziali come un libero professionista.
A causa della legislazione italiana estremamente complessa e dei cambiamenti frequenti che modificano il mercato del lavoro ti raccomandiamo di consultare un commercialista per inquadrare correttamente la tua attività.