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Autore: cuccioliamo.it (redazione)

Come diventare un dog sitter

Vuoi diventare un dog sitter? Se vuoi lavorare con gli animali, potrebbe essere il lavoro che fa per te. Il dog sitter è una delle professioni del futuro: un numero sempre crescente di proprietari non riesce ad occuparsi adeguatamente del proprio cane a causa dell’età o degli impegni lavorativi.
Il dog sitter supporta i proprietari nella gestione quotidiana dei cani: dalle passeggiate alla pappa, fino alle cure veterinarie.

Come diventare dog sitter

Imparare le basi

Non è richiesto un titolo di studio specifico per diventare dog sitter, ma è fortemente raccomandato un apprendistato per imparare a gestire correttamente cani.
L’apprendistato ideale secondo noi è un periodo di volontariato in canile: si tratta di un’esperienza che ti insegnerà a prenderti cura di animali molto diversi tra loro, con caratteri ed esigenze completamente differenti. In questo modo acquisterai competenze importanti e contribuirai a far del bene.
È consigliabile avere conoscenze di etologia del cane ed essere educatori cinofili ti darà una marcia in più nelle attività di dog sitting.

Promuovere la propria attività

Hai deciso di diventare un dog sitter e hai maturato una certa esperienza sul campo: come fare per trasformare questa passione in un lavoro vero e proprio? Per cominciare potresti aprire un profilo e pubblicizzarlo sulle principali app italiane per la ricerca di un dog sitter. Alcune tra le più utilizzate sono: Pawshake e Rover.

Puoi anche investire un piccolo budget pubblicitario per promuovere la tua attività su Google o Bing. Solitamente chi cerca un dog sitter prova dapprima sui motori di ricerca, con frasi del tipo “dog sitter a milano/roma/etc.”

Non dimenticare la professionalità e cura al meglio il rapporto con i tuoi clienti: la maggior parte degli amici a quattro zampe infatti arriveranno attraverso il passaparola. Empatia e flessibilità sono un requisito fondamentale per svolgere questo lavoro.

Pagare le tasse

Come ogni altra attività lavorativa in Italia, se operi come dog sitter dovrai pagare le tasse. Se si tratta di un’attività occasionale non dovrai necessariamente aprire una partita IVA: fino a 4800 € di ricavi annui è possibile operare all’interno del regime di prestazione occasionale. Al di sopra di tale soglia dovrai pagare le tasse e versare i contributi previdenziali come un libero professionista.
A causa della legislazione italiana estremamente complessa e dei cambiamenti frequenti che modificano il mercato del lavoro ti raccomandiamo di consultare un commercialista per inquadrare correttamente la tua attività.

Lavorare con gli animali

Se il sogno della tua vita è lavorare con gli animali, continua a leggere: in questo articolo ti porteremo alla scoperta di tante professioni interessanti a contatto con loro.

Lavorare con gli animali: le professioni

Veterinario

Per diventare veterinario è necessario un diploma di laura in Medicina Veterinaria (corso di laurea a ciclo unico della durata di 5 anni). Per chi ha ottenuto questo agognato titolo di studio trovare un lavoro non è un problema: dagli ambulatori agli ospedali veterinari, dalla fisioterapia animale alla ricerca in campo alimentare è possibile trovare un impiego sicuro nell’arco di poco tempo.
Se il tuo sogno è lavorare con gli animali questa è la strada più indicata, anche se ti servirà grinta: Medicina Veterinaria è una facoltà a numero chiuso e il numero di candidati solitamente è molto più alto rispetto ai posti disponibili.

Biologo o zoologo

Chi si diploma in biologia e zoologia può aspirare a lavorare all’interno di uno zoo, di un parco faunistico o di una riserva per animali, sia come guardaparco che come ricercatore.

Tecnico veterinario

Il tecnico veterinario assiste il veterinario nella gestione dei pazienti dell’ambulatorio; anche se non opera direttamente, il suo aiuto è essenziale per la buona riuscita delle cure e per il benessere dei pazienti. Per diventare tecnico veterinario non occorre il diploma di laurea, ma è sufficiente un corso professionalizzante privato. Dopo aver superato il corso ti suggeriamo di inviare il tuo curriculum alle cliniche della tua città, per trovare un veterinario disposto ad assumerti come tirocinante.

Allevatore

Per diventare allevatore non è necessario un titolo di studio specifico, ma è raccomandata una buona formazione in agraria o biologia. Alcune regioni organizzano dei corsi di formazione professionalizzanti per allevatori. Se hai intenzione di aprire un allevamento ti consigliamo di stendere prima un business-plan e di non sottovalutare gli spazi e i costi di quest’attività: non è sufficiente qualche cuccia in casa; occorrono spazi ad hoc e molte conoscenze per allevare animali domestici in modo responsabile.
Un allevamento di animali da compagnia può garantire un buon reddito, a patto di scegliere con cura le specie da allevare, diversificando la clientela e curando il marketing aziendale oltre al benessere degli animali. Per diventare allevatore devi avere una mentalità orientata all’impresa: se non sai assumerti rischi e non hai un visione strategica, meglio cercare una strada più sicura, come il veterinario.

Educatore cinofilo

Negli ultimi anni la richiesta di educatori cinofili ha subito un’impennata ed è probabile che questo trend si manterrà stabile nei prossimi anni. Allo stesso tempo però, il numero di educatori cinofili è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni: ad oggi ci sono decine di migliaia di professionisti attivi nel campo dell’educazione e dell’addestramento degli amici a quattro zampe.
Per trasformare questa passione in un lavoro a tempo pieno non bastano una buona formazione (che è indispensabile) e qualche anno di apprendistato in canile o presso un educatore più esperto: dovrai lavorare molto sul marketing di te stesso e sulla promozione delle tue competenze professionali.

Dog-sitter

Il dog-sitter è una professione a tutti gli effetti: molti padroni a causa dell’età o degli impegni lavorativi non riescono ad assicurare ai loro amici a quattro zampe la giusta quantità di movimento. In queste situazione avere un dog-sitter di fiducia è importante.
Questo lavoro – che può diventare un’occupazione a tempo pieno per chi vive in una grande città italiana – richiede flessibilità e la capacità di costruire buoni rapporti con i propri clienti umani e animali. Se hai intenzione di diventare un dog-sitter ti consigliamo di formarti prima come educatore cinofilo: in questo modo imparerai a gestire i cani ed eviterai spiacevoli incidenti che rovinerebbero terribilmente la tua reputazione. Successivamente dovrai avviare la tua attività trovando i primi clienti: per riuscirci puoi anche utilizzare le inserzioni pubblicitarie online.

Se vuoi saperne di più su questa professione leggi la nostra guida: come diventare un dog sitter.

Pensione per animali

Portare in vacanza i nostri animali spesso diventa un incubo, specialmente per chi non dispone di una seconda casa. Non tutti gli hotel li accettano e le spiagge attrezzate per i cani sono ancora poche. Avere una pensione di fiducia a cui affidare il proprio amico a quattro zampe è un gran sollievo e la maggior parte dei proprietari è disponibile a pagare pur di saperli in buone mani. Per aprire una pensione ti serviranno spazi adeguati e una buona dose di empatia (verso gli animali e i loro padroni!). Il resto verrà da sé. Per aprire una pensione per cani/gatti non è necessario un titolo di studio specifico, ma è raccomandato seguire corsi di educazione cinofila e allevamento, per essere preparati alle esigenze dei propri clienti a quattro zampe.

Toelettatore

La toelettatura è una nicchia molto interessante per chi desidera lavorare a contatto con gli animali. Un toelettatore professionale non ha prezzo: nessuno vorrebbe vedere il proprio amico a quattro zampe nelle mani di un incompetente. Se diventi un professionista capace, saranno i tuoi stessi clienti a portarti i loro amici. Per diventare toelettatore non serve un titolo di studio, ma occorre seguire corsi specifici organizzati dalle associazioni di categoria e da varie regioni italiane. Inoltre è raccomandabile qualche anno di apprendistato presso un toelettatore più esperto.

Venditore di articoli per animali

Per qualcuno può rappresentare l’ultima spiaggia, ma diventare un venditore all’interno di un negozio o una catena per animali è il modo più sicuro per chi desidera avviare la propria carriera in questo mondo. Ti permetterà di conoscere tanti proprietari e di studiare le esigenze dei vari animali domestici. Per lavorare in un negozio per animali non servono titoli di studio specifici.

Pet therapist

La pet therapy ormai è utilizzata in molte comunità alloggio per disabili e all’interno delle residenze per anziani poiché i suoi benefici sono ben documentati dalla scienza. Per diventare pet-therapist occorre seguire un corso di formazione apposito. Le opportunità di lavoro non mancano, ma difficilmente si tratta di occupazioni a tempo pieno; per questo motivo molti pet-therapist svolgono questa attività in parallelo a quella di operatori sanitari (educatori, OSS) o di educatori cinofili. In entrambi i casi si tratta di un bel complemento alla propria professione principale.

Insetti commestibili

Gli insetti commestibili potrebbero diventare futuro dell’alimentazione umana: il loro valore biologico è molto elevato; inoltre l’allevamento degli insetti da mangiare è particolarmente sostenibile se confrontato con l’allevamento intensivo di bovini, suini e pollame.

Ma quali sono gli insetti commestibili? In questo articolo ti guideremo alla scoperta delle specie che attualmente si possono commercializzare in Italia per l’uso umano.

Quali sono gli insetti commestibili?

Il primo insetto che è stato approvato all’interno dell’Unione Europea per il consumo alimentare è la tarma o camola della farina (nome scientifico Tenebrio molitor).

allevare camole della farina

Chi l’ha assaggiata sostiene che questo insetto, dopo la cottura e l’essiccazione abbia un sapore simile a quello delle arachidi. Niente male, vero?

In seguito è stato approvato anche il consumo di grilli (nome scientifico Acheta domesticus) e cavallette.

allevare grilli

Se per noi europei l’idea di mangiare insetti è ancora “estrema”, in altre parti del mondo è una tradizione ben consolidata.

Inoltre, dopo la cottura e l’essiccazione gli insetti si possono trasformare in “farina”; questo sfarinato proteico si può utilizzare miscelato con farine tradizionali per produrre alimenti dall’elevato valore biologico.

Gli insetti sono un alimento sicuro?

Assolutamente sì. Prima di approvare queste specie per il consumo alimentare, l’ente regolatore europeo li ha sottoposti a severissimi test per assicurarsi che non costituissero un pericolo per la salute umana.

Allevare camole della farina (Tenebrio molitor)

Allevare camole della farina. Guida per principianti.

Le camole della farina sono un alimento prelibato per molte specie di rettili e anfibi e recentemente sono state approvate anche per il consumo umano (insieme ai grilli domestici). Si tratta di un alimento gustoso ed equilibrato, dall’elevato contenuto proteico. In questa guida ti guideremo passo dopo passo alla scoperta delle camole della farina e delle tecniche per allevarle.

Allevare camole della farina

Allevare le camole della farina (nome scientifico Tenebrio molitor) è relativamente semplice: questi insetti non richiedono conoscenze o attrezzature particolari.

Il ciclo vitale delle camole

Prima di scoprire come allevare le camole della farina, devi assolutamente conoscere il ciclo vitale di questi insetti: soltanto così potrai gestire al meglio i tuoi animali.

Dalle uova fecondate nascono le larve, che si sviluppano per circa 3 mesi, dopo i quali si impupano per 10-14 giorni. Dalle pupe escono gli esemplari adulti, piccoli coleotteri di colore bruno. Gli esemplari adulti, a partire dal decimo giorno dopo la metamorfosi cominciano a riprodursi e a deporre le uova per 2-3 mesi, al termine dei quali concludono il loro ciclo vitale.

Per allevare camole dovrai prima di tutto procurarti alcune larve, che puoi trovare nei negozi specializzati per animali o presso un rivenditore di esche vive per la pesca. Dovrai far sviluppare le larve e aspettare che gli insetti adulti depongano le uova: saranno proprio quelle uova la base per avviare il tuo allevamento.

Attenzione: non lasciare mai le uova fecondate insieme alle larve, perché queste ultime sono ghiotte di uova.

La vasca

Le camole si possono allevare in uno scatolone di plastica, in un terrario, in una vasca di vetro e perfino nelle vaschette del gelato. La quantità di camole da allevare dipende dall’uso che vorrai farne: se intendi impiegarle come esche da pesca o come cibo vivo per pesci, rettili o uccelli, una piccola vaschetta di plastica sarà sufficiente. Se intendi farci il ragù per le lasagne della domenica, dovrai utilizzare una vasca più grande. La vasca deve avere una o più prese d’aria e deve impedire la fuga delle larve. Se stai utilizzando una vaschetta di plastica puoi praticare dei fori nel coperchio: saranno sufficienti come prese d’aria. Le camole prediligono l’oscurità: assicuratevi di posizionare la vasca al buio oppure scegliete una vasca di materiale opaco.

Le camole della farina prediligono un ambiente secco e caldo (la temperatura ideale è di circa 25 °C) ma tollerano bene le temperature più basse e possono sopravvivere anche a temperature prossime allo zero, per cui non sarà necessario riscaldare la vasca di allevamento.

Il substrato

Sul fondo della vasca dovrai disporre un substrato di farina dello spessore di qualche centimetro. Il substrato dovrà essere cambiato ogni 15 giorni. Alcuni allevatori posizionano dei cartoni sagomati (come i cartoni delle uova) sopra il substrato per offrire un riparo alle camole.

Alimentazione

Non è necessario somministrare acqua alle camole, ma nella vasca dovrebbero essere sempre presenti alcune fette di mela, patata o carota fresca che forniranno alle larve la giusta quantità d’acqua. Ricordati di sostituire questi alimenti ogni 2 giorni, per evitare che sviluppino muffe.

Gestire il ciclo uova-larve-adulti

Gli allevatori solitamente dispongono di più vasche: in una vasca allevano le larve; quando le larve sono pronte ad impuparsi trasferiscono un piccolo numero di larve in una seconda vasca e aspettano che queste compiano la loro metamorfosi e depongano le uova.

Cosa mangiano le galline

Cosa mangiano le galline. Consigli per una dieta equilibrata.

Cosa mangiano le galline

Il pascolo

Le galline ricavano la maggior parte del nutrimento di cui hanno bisogno razzolando, ovvero setacciando il pascolo alla ricerca di insetti e radici. Un pascolo ricco di vegetazione (trifoglio, tarassaco, piantaggine, cicoria, etc.) è fondamentale per garantire alle galline una dieta equilibrata.

I pasti

Le galline dovrebbero mangiare due volte al giorno: nel primo pomeriggio e all’imbrunire. Questi pasti servono ad integrare la dieta delle galline con i carboidrati e le proteine che non sono riuscite a procurarsi razzolando. Se alimenti le galline al mattino, correrai il rischio che siano già sazie e non razzolino a sufficienza durante il pascolo; in questo modo perderebbero nutrienti preziosi. È meglio aspettare le ore più calde della giornata e la sera, dopo che le avrai rinchiuse nel pollaio.

Molti allevatori alimentano le galline con gli avanzi della cucina e con grandi quantità di pane raffermo: questa dieta è molto gradita dagli animali (le galline si nutrono di qualsiasi cosa a portata di becco!) ma non è funzionale al loro benessere, poiché eccede in zuccheri e grassi.

Una dieta bilanciata è costituita da una miscela di: granaglie, semi oleosi, legumi spezzati e elementi trituratori.

Gli elementi trituratori sono: sabbia, piccoli sassolini, gusci di ostrica spezzettati e frammenti di guscio di lumaca. Vanno integrati in piccole quantità nel mangime delle galline e non dovrebbero mai mancare: oltre ad essere una fonte di calcio e minerali, assicurano la corretta digestione delle granaglie.

Puoi utilizzare una miscela così composta:

65% granaglie (mais spezzato, crusca di frumento, cruschello, orzo)
20% legumi (piselli spezzati, favino, soia spezzata)
10% semi oleosi (semi di girasole, lino e canapa)
5% elementi trituratori

Non utilizzare un singolo legume o cereale, ma assicurati di mescolare più alimenti insieme: in questo modo renderai il pasto più appetibile e vario. Ricorda che la varietà è il segreto di ogni dieta ben bilanciata (anche per l’uomo).

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Allevare galline

Breve guida per allevare galline ovaiole in giardino.

Prima di cominciare vogliamo rispondere alle due domande più comuni quando si parla di galline ovaiole.

Quante uova depone una gallina? La quantità di uova deposte da una gallina dipende dalla sua età: le galline depongono un numero maggiore di uova nei primi due anni di vita; le uova diminuiscono negli anni successivi e dopo i 5 anni la deposizione si arresta quasi completamente. Una gallina giovane (dal sesto mese fino ai 2 anni di vita) produce un numero di uova tra 100 e 300. La quantità di uova prodotte dipende da una varietà di fattori: lo stato di salute dell’animale, lo stress ambientale, la temperatura e la disponibilità di un pollaio adeguato.

Quanto vive una gallina? Le galline allevate all’aria aperta raggiungono un’età media di 9-10 anni. Non sono rari i casi di galline che hanno raggiunto e superato i 15 anni di età! Le specie più pesanti vivono meno rispetto alle varietà rustiche.

Allevare galline: le basi

Le galline hanno bisogno di un ricovero (il pollaio) e di un’area di pascolo (cortile, giardino o prato). Durante il giorno dovrai aprire il pollaio per permettere alle galline di pascolare liberamente, mentre al tramonto dovrai far rientrare tutti gli animali all’interno del pollaio che andrà chiuso per evitare l’ingresso di volpi e altri predatori di galline.

Il pollaio

Il pollaio dovrà contenere: il posatoio su cui le galline deporranno le uova, la mangiatoia e l’abbeveratoio (ti consigliamo di usare un abbeveratoio per pollame). È possibile acquistare pollai in legno e rete metallica già assemblati o da assemblare. Il numero di galline non può superare i 6 esemplari per mq.

Sul posatoio dovrai ricavare un giaciglio per ogni gallina: puoi utilizzare una cassetta di plastica bassa riempita di paglia. È qui che la gallina deporrà le uova.

La mangiatoia infine potrà consistere in una vaschetta metallica in cui inserire ogni giorno il pasto delle tue galline. Assicurati di mantenere pulita la mangiatoia, rimuovendo ogni giorno gli avanzi di cibo e sciacquandola periodicamente: eviterai la formazione di muffe e cattivi odori.

L’area di pascolo

Le galline trascorreranno la maggior parte della loro giornata a razzolare nell’area di pascolo. Ogni gallina dovrebbe avere a disposizione almeno 4 mq di pascolo secondo le normative, ma se possibile è meglio abbondare.

Se l’area di pascolo confina con altre proprietà private o con una strada, dovrai recintarla con una rete metallica, per evitare che le galline possano fuggire.

Alimentazione

Le galline sono onnivore; dovrai nutrirle con una miscela di granaglie, legumi e semi oleosi. Inoltre dovrai assicurarti che il terreno di pascolo sia ricco di erbe spontanee e insetti. Ti consigliamo di leggere la nostra guida sull’alimentazione delle galline.

Platy corallo (Xiphophorus maculatus)

Il platy corallo è una delle varietà di Xiphophorus maculatus disponibile in commercio nonché una delle più popolari. Il platy corallo ha la livrea completamente rossa; a seconda degli esemplari il colore varia dal rosso arancione al rosso scarlatto. Il colore delle pinne schiarisce verso le estremità.

Spesso i platy corallo sono più delicati rispetto ad altre varietà. Per selezionare la livrea rossa, infatti, gli allevatori spesso incrociano pesci consanguinei – pratica non raccomandabile – e fanno largo uso di antibiotici.

Se stai cercando indicazioni sull’allevamento dei platy corallo in acquario, puoi consultare la scheda sui platy: troverai tante informazioni sull’allestimento della vasca, sui parametri dell’acqua, sull’alimentazione e su

Platy (Xiphophorus maculatus)

Il platy (nome scientifico Xiphophorus maculatus) è un pesce tropicale molto comune negli acquari d’acqua dolce ed è particolarmente apprezzato dai principianti.

Habitat

I platy sono originari delle aree costiere del Messico, del Nicaragua, del Guatemala e del Belize. Vivono nei laghetti e nelle zone acquitrinose che si formano ai margini dei fiumi. Il loro habitat naturale è ricco di alghe e vegetazione.

Dimensioni

I maschi raggiungono al massimo i 5 cm di lunghezza mentre le femmine possono arrivare a 7 cm.

Allevare i platy

Acquario

Temperatura ideale acqua: 20-26 °C
PH ideale acqua: 7-8
GH ideale acqua: 9-19

I platy amano l’acqua dura: è possibile allevarli utilizzando l’acqua del rubinetto di casa.

L’acquario dovrebbe avere una capacità di almeno 30 litri. In acquari da 30 a 50 litri è possibile allevare 5 esemplari (2 maschi e 3 femmine). La sovrappopolazione va evitata, poiché conduce a episodi di cannibalismo, stress eccessivo e malattie. È preferibile piantumare l’acquario: la vegetazione offre una fonte di cibo vegetale e un riparo sicuro per i pesci.

Alimentazione

I platy si nutrono di zooplancton, larve e alghe. Un acquario ben piantumato offrirà ai pesci il giusto apporto di alghe; per quanto riguarda la componente proteica della dieta è possibile utilizzare un mangime in pellet di buona qualità, larve di zanzara congelate o artemie.

Comportamento

I platy sono pesci pacifici che si possono allevare in acquari di comunità. Se lo spazio è sufficiente, possono convivere senza problemi con guppy e altri poecilidi.

Non si possono inserire in acquari dove sono presenti specie territoriali o aggressive, come il pesce combattente (nome scientifico Betta splendens).

Riproduzione

I platy si riproducono molto facilmente in acquario. Se non hai intenzione di far riprodurre i pesci è preferibile allevare solo individui di sesso maschile. Non è necessario separare le femmine incinte: è possibile allevare gli avannotti direttamente nella vasca di comunità. Per garantire la sopravvivenza di un buon numero di pesci è necessario che l’acquario sia ben piantumato.

Guppy (Poecilia reticulata)

Il guppy (nome scientifico Poecilia reticulata) è uno dei pesci più comuni negli acquari d’acqua dolce di tutto il mondo. Colorato e resistente, è un pesce adatto ai principianti, anche a chi è alla sua prima esperienza acquariofila.

Allevare i guppy

Acquario

Temperatura ideale acqua: 25 °C
PH ideale acqua: 7-8
GH ideale acqua: 10-18

L’acquario dovrebbe avere una capacità di almeno 30 litri. In acquari da 30 a 50 litri è possibile allevare 5 esemplari (2 maschi e 3 femmine). La sovrappopolazione va evitata, poiché conduce a episodi di cannibalismo, stress eccessivo e malattie.
L’acquario deve essere allestito con una vegetazione fitta, che offra ai guppy ripari e nascondigli. La presenza di vegetazione abbondante è una delle chiavi per allevare con successo questa specie.

Alimentazione

I guppy si nutrono di zooplancton e di larve di zanzara. In acquario è possibile alimentarli con un mangime in fiocchi di alta qualità. È preferibile somministrare il mangime due volte al giorno in piccole quantità, in modo che i pesci lo consumino rapidamente per evitare che parte dei fiocchi si depositino sul fondale.
In alternativa si possono nutrire i guppy con cibo vivo come artemie e larve di zanzara.
Alcuni allevatori integrano la dieta con vitamine specifiche per rendere più brillanti i colori dei pesci.
Ricorda che i guppy hanno bisogno di un’alimentazione proteica, da integrare con piccole quantità di cibo vegetale. Se l’acquario è ben piantumato con specie diverse, saranno sufficienti le alghe per fornire ai pesci dei sani e gustosi spuntini vegetali.

Comportamento

I guppy sono pesci sociali: è fondamentale non allevare singoli esemplari, ma una piccola comunità. Il numero delle femmine dovrebbe sempre essere superiore a quello dei maschi.

I guppy sono pesci tranquilli, ma sono grandi nuotatori e hanno un temperamento dinamico: non li vedrete mai fermi nella vasca. Non sono aggressivi né territoriali ma il loro comportamento vivace potrebbe infastidire altre specie.

I guppy non si devono inserire in acquari dove sono presenti specie territoriali o aggressive, come il pesce combattente (nome scientifico Betta splendens).

Riproduzione

I guppy sono pesci estremamente prolifici: le femmine partoriscono ogni mese e fino a una volta ogni 15 giorni. Ad ogni parto generano all’incirca una ventina di avannotti.

Le femmine incinte andrebbero separate dagli altri pesci in un’apposita vasca (la “nursery”): dopo la nascita degli avannotti è possibile rimettere la femmina al suo posto e allevare i piccoli separatamente.
In alternativa si possono allevare gli avannotti insieme agli altri pesci; in questo caso saranno inevitabili i fenomeni di cannibalismo, ma se la vegetazione è abbondante permetterà a un buon numero di avannotti di raggiungere l’età adulta.

È possibile riconoscere una femmina incinta poiché le compare una segno scuro a forma di riga sull’addome.

Gli avannotti nati nel proprio acquario solitamente sono più resistenti dei pesci acquistati in negozio.

I guppy in natura

Il guppy è originario dell’America del Sud, dove popola fiumi, laghi, torrenti e acquitrini, adattandosi a una grande varietà di habitat differenti. I guppy selvatici sono pesci robusti e resistenti.

I corsi d’acqua da cui proviene questa specie sono ricchi di vegetazione, che offre un riparo sicuro dai predatori specialmente agli avannotti.

Animali della savana

Vuoi scoprire gli animali della savana? Continua a leggere: ti presenteremo le specie che si sono adattate a vivere in questo ambiente così particolare.

Animali della savana

Leone

Questo grande felino carnivoro è tra i predatori più temibili della savana. I leoni vivono e cacciano in gruppo.

Giraffa

La giraffa è l’animale terrestre più alto, grazie al suo collo che può raggiungere i 2,5 metri di lunghezza.

Zebra

Questi mammiferi erbivori popolano tutte le savane africane. Non è ancora chiaro a cosa servano le strisce bianche e nere.

Elefante africano

L’elefante africano di savana è l’animale terrestre più grande al mondo: raggiunge un’altezza al garrese di quasi 4 metri e supera le 6 tonnellate di peso.

Leopardo

Questo grande felino carnivoro vive anche nelle grandi savane africane. A differenza del leone è un animale solitario.

Gazzella di Thomson

Questa gazzella (che raggiunge al massimo i 15 kg di peso) si è adattata a vivere nelle grandi savane africane.

Gnu

Gli gnu sono mammiferi erbivori che vivono nella savana africana. Esistono due specie di gnu: lo gnu striato e lo gnu dalla coda bianca.

Dik dik

I dik dik sono piccole antilopi (raggiungono al massimo i 5 kg di peso e i 40 cm di altezza). Vivono insieme alle giraffe e alle gazzelle nelle aree più ricche di vegetazione.

Serval

Il serval è un felino selvatico dall’aspetto simile a quello di un grosso gatto (può raggiungere i 18 kg di peso). Vive nascosto tra la vegetazione e caccia prevalentemente roditori.

Orice

L’orice è una gazzella di grandi dimensioni dalle lunghe corna dritte che si può incontrare nelle savane africane.

Facocero

Il facocero (si pronuncia facocèro e non facòcero) utilizza le sue zanne per difendersi dai predatori. Si nutre di vegetazione, corteccia e bacche; se non trova altro da mangiare, scava nel terreno alla ricerca di bulbi e radici.

Mangusta

La mangusta è un piccolo mammifero carnivoro dalla vista molto sviluppata. Vive al riparo della vegetazione per evitare i predatori e si nutre di insetti e piccoli roditori.

La savana: cos’è

La savana è un habitat naturale contraddistinto da due stagioni: una secca, durante la quale le precipitazioni sono assenti o molto scarse e una umida (la stagione delle piogge), durante la quale ci sono piogge torrenziali che formano enormi pozze d’acqua.

A causa del clima secco nella savana non crescono boschi e foreste. Il terreno è coperto da un manto erboso, da piccoli arbusti e canne. Dove le precipitazioni sono più abbondanti si possono trovare alberi sparsi, soprattutto acacie e baobab.

Altri habitat